Perché il pacciame soffoca le piante? Il modo giusto di applicarlo

Il pacciame può soffocare le piante quando viene applicato in modo scorretto, coprendo eccessivamente il terreno o addirittura il fusto o la base della pianta, impedendo la corretta circolazione di aria e acqua. Questo genere di errore crea condizioni sfavorevoli alla crescita, favorendo la formazione di marciumi e limitando l’assorbimento di ossigeno da parte delle radici, che devono respirare per mantenersi vitali. Il pacciame, se troppo spesso o troppo vicino agli organi vitali della pianta, può creare uno strato impermeabile che ostacola sia la penetrazione dell’acqua sia lo scambio gassoso. Questo fenomeno è ancora più accentuato con materiali non organici o poco permeabili che, non decompostandosi, rimangono a lungo sulla superficie, impedendo la normale attività biologica delle radici e la crescita di nuove gemme e germogli.

Una corretta applicazione del pacciame, quindi, è fondamentale per evitare questi problemi e per massimizzare i benefici di questa tecnica agronomica, che include la protezione contro le escursioni termiche, la riduzione della competizione delle erbe infestanti e il mantenimento dell’umidità del suolo.

Perché il pacciame può diventare dannoso?

Quando si parla di soffocamento delle piante per colpa del pacciame, ci si riferisce al fatto che uno strato troppo spesso o posizionato troppo vicino al fusto non permette alle radici di “respirare” in modo adeguato. Nelle piante, le radici hanno bisogno di ossigeno per la respirazione cellulare: se il terreno rimane costantemente umido e privo di scambi gassosi, si crea un ambiente favorevole allo sviluppo di funghi patogeni e muffe, con un aumento del rischio di marciume radicale.

Inoltre, il pacciame organico troppo compatto può limitare la crescita delle giovani piantine o dei germogli che emergono dal terreno, ostacolando il loro sviluppo e provocando una vera e propria “asfissia meccanica” che può portare anche alla morte della pianta.

Un altro fenomeno tipico del pacciame posizionato male riguarda la formazione di accumuli d’acqua o di aree troppo umide sotto lo strato pacciamante; questo espone le piante al rischio di patologie fungine, specie intorno al colletto, cioè il punto di contatto tra fusto e suolo.

Le regole per applicare il pacciame correttamente

Per evitare di soffocare le piante e sfruttare al massimo i vantaggi della pacciamatura, è necessario seguire alcune semplici ma fondamentali regole:

  • Preparare il terreno: eliminare erbe infestanti e allentare leggermente il suolo con una vanga aiuta a favorire l’assorbimento dell’acqua e della soluzione nutritiva.
  • Mantenere una distanza dal fusto: il materiale pacciamante va distribuito attorno alle piante lasciando almeno 2-3 centimetri di spazio tra il pacciame e il colletto o il tronco. Questo previene il contatto diretto tra materiale umido e parti vive della pianta, riducendo il rischio di marciume.
  • Controllare lo spessore dello strato: lo spessore ideale è tra i 5 e i 10 cm. Uno strato troppo spesso impedisce la traspirazione; al contrario, uno strato troppo sottile non protegge efficacemente dalle infestanti e dall’evaporazione eccessiva.
  • Utilizzare materiali adeguati: i pacciami organici come cortecce, paglia, foglie o compost si decompongono progressivamente, migliorando la struttura del terreno. I materiali inorganici, al contrario, potrebbero creare una barriera permanente che, se mal posizionata, rischia di soffocare le radici.
  • Non incorporare il pacciame nel terreno: appoggiarlo liberamente sulla superficie facilita l’aerazione e permette una decomposizione graduale senza ostacolare la crescita delle piante.

I momenti ideali e le modalità di pacciamatura

La pacciamatura può essere praticata in qualsiasi periodo dell’anno; non esiste un momento “giusto” o “sbagliato” per coprire il terreno. In inverno, materiali come paglia e foglie fungono da isolante termico e proteggono le radici dal gelo, mentre in estate aiutano a mantenere l’umidità del terreno e rilasciano gradualmente nutrienti.

Bisogna evitare la pacciamatura subito dopo la semina: le piantine appena germinate non sono in grado di attraversare uno strato di pacciame e rischiano di essere soffocate. Occorre attendere che abbiano raggiunto almeno 10 cm di altezza, così che possano emergere sopra la copertura e svincolarsi dagli ostacoli meccanici.

Durante la crescita delle colture, si può intervenire anche “a posteriori”, aggiungendo pacciame dove necessario, soprattutto se lo strato si è assottigliato per effetto del vento o della decomposizione naturale. È sempre meglio procedere con piccoli incrementi e mai eccedere: l’aggiunta può essere fatta in più riprese durante la stagione, a seconda delle necessità specifiche delle piante e delle condizioni climatiche locali.

Tipologie e vantaggi dei diversi pacciami

La scelta del pacciame giusto dipende dalla tipologia di coltura, dalle condizioni del suolo e dagli obiettivi che si vogliono raggiungere. Esistono principalmente due famiglie:

  • Pacciame organico: comprende cortecce di pino, cippato di legno, paglia, foglie, compost, erba falciata. Questi materiali migliorano la fertilità e la struttura del terreno, apportano sostanze nutritive attraverso la decomposizione, favorendo la crescita delle piante.
  • Pacciame inorganico: film plastici, tessuti sintetici, ghiaia e pietrisco. Hanno una funzione quasi esclusivamente protettiva contro le infestanti e contro l’evaporazione dell’acqua. Tuttavia, non apportano nutrienti e, se troppo compatti o estesi, possono ostacolare il passaggio di aria e acqua alle radici.

Il vantaggio principale di una corretta pacciamatura è la riduzione della competizione con le erbe infestanti, grazie all’effetto barriera che impedisce alla luce solare di raggiungere i semi delle infestanti favorendone la dormienza.

Un altro beneficio fondamentale è il mantenimento dell’umidità. Il pacciame riduce l’evaporazione superficiale, mantiene costante la temperatura del terreno e, secondo le stagioni, protegge le radici dal gelo o dall’eccessivo riscaldamento estivo.

Consigli pratici per evitare errori

Per una corretta gestione del pacciame e per evitare qualunque forma di soffocamento della pianta è consigliabile:

  • Non usare materiali inadatti alle condizioni locali (ad esempio, film plastici su terreni già compatti o poco drenati).
  • Mantenere sempre una zona libera attorno al colletto delle piante.
  • Monitorare l’umidità del terreno sotto il pacciame e intervenire se si verificano ristagni.
  • Preferire pacciami organici che si decompongono gradualmente, apportando nutrienti e facilitando lo scambio gassoso.
  • Non utilizzare pacciame fresco in gran quantità su aiuole appena formate o su piantine ancora piccole.

Seguendo queste semplici regole, il pacciame diventa un alleato prezioso per la gestione di orti e giardini, garantendo la salute delle piante, la riduzione del lavoro manuale e una maggiore sostenibilità nella gestione del suolo.

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